Cos’è il sistema retributivo e come funziona?
Il sistema retributivo è un modello di calcolo della pensione in base alle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore. La sua essenza risiede nel prendere in considerazione gli stipendi più elevati degli ultimi anni di attività lavorativa per determinare l’importo della pensione. Questo sistema è stato vantaggioso per molti lavoratori, poiché garantiva un assegno pensionistico significativo per coloro che avevano avuto carriere lavorative stabili e ben retribuite.
Fino alla Riforma Dini nel 1995, questo sistema era predominante in Italia. Tuttavia, le crescenti difficoltà demografiche ed economiche hanno reso insostenibile il modello retributivo puro. L’aumento dell’aspettativa di vita ha fatto sì che il numero di pensionati aumentasse rispetto a quello dei lavoratori attivi, portando a un pesante onere sui conti pubblici e a una necessità di riforma.
Il passaggio al sistema contributivo: la Riforma Dini del 1995
La Riforma Dini del 1995 ha segnato un cambiamento epocale nel modo in cui le pensioni vengono calcolate in Italia. Questa riforma ha introdotto il sistema contributivo, che basa il calcolo della pensione sui contributi effettivamente versati dal lavoratore durante la sua carriera. In questo modello, ogni lavoratore accumula un montante contributivo proporzionale ai versamenti effettuati, che, al momento del pensionamento, viene trasformato in un’assegno pensionistico tramite un coefficiente di trasformazione.
Il passaggio a questo nuovo sistema ha avuto come obiettivo principale quello di garantire una maggiore equità e sostenibilità. In un contesto in cui molti lavoratori non avrebbero raggiunto i livelli retributivi elevati necessari per una pensione adeguata, il sistema contributivo si presenta come una soluzione più equa, basata sull’effettivo versamento piuttosto che sulle retribuzioni finali.
Hai iniziato a lavorare prima del 1996? Il sistema misto è la tua realtà
Per coloro che sono lavoratori ante 1996, la situazione è più complessa. Infatti, questi lavoratori si trovano all’interno di un sistema misto, che combina elementi del sistema retributivo e contributivo. La legge stabilisce due categorie di lavoratori in base agli anni di anzianità contributiva accumulati entro il 31 dicembre 1995.
1. **Lavoratori con meno di 18 anni di contributi:** Questi lavoratori saranno principalmente sottoposti al sistema contributivo. Ciò significa che la loro pensione sarà calcolata sulla base dei contributi versati e dell’eventuale montante accumulato.
2. **Lavoratori con 18 anni o più di contributi:** Per questi soggetti, la pensione sarà calcolata utilizzando una quota retributiva in base alle ultime retribuzioni (Quota A) e una quota contributiva (Quota B) per i contributi versati successivamente al 31 dicembre 1995.
Calcolo della pensione con il sistema misto: le due quote spiegate
Il calcolo pensione nel sistema misto avviene attraverso due quote distinte: la Quota A e la Quota B. La Quota A è calcolata in base al metodo retributivo, tenendo conto delle ultime retribuzioni del lavoratore, mentre la Quota B si basa sul metodo contributivo, calcolato sui contributi realmente versati dopo il 1995.
Per chiarire come si calcola la pensione retributiva, consideriamo un esempio semplificato. Immaginiamo un lavoratore che ha accumulato, al momento del pensionamento, 30 anni di contributi, di cui 20 anni prima del 1996. Supponiamo che le sue ultime retribuzioni medie siano di 2.000 euro al mese:
- **Quota A (retributiva):** potrebbe essere calcolata applicando un’aliquota di rendimento, esemplificando un 2% per ogni anno di contributo, quindi 20 x 2% = 40%. Questo significa che prenderà il 40% di 2.000 euro, quindi la Quota A sarà di 800 euro.
- **Quota B (contributiva):** supponendo che il lavoratore abbia versato 100.000 euro nel suo montante contributivo, e considerando un coefficiente di trasformazione del 5%, la pensione di Quota B sarà di 5.000 euro (100.000 x 5%).
La somma delle due quote fornisce l’importo finale della pensione mensile.
Vantaggi e svantaggi dei diversi sistemi a confronto
Ogni sistema ha i suoi lati positivi e negativi. Ecco un’analisi obiettiva:
- Pensione retributiva: Vantaggi includono pensioni più elevate per chi ha avuto carriere ben retribuite, ma gli svantaggi sono rappresentati dalla sostenibilità economica del sistema e dalla crescente disparità per chi ha carriere discontinue.
- Pensione contributiva: Pro include una maggiore equità, poiché è basata sui contributi versati. Il contro può essere che lavoratori con carriere brevi o con stipendi bassi potrebbero ricevere pensioni molto basse.
- Sistema misto: Fusione dei vantaggi e degli svantaggi dei due sistemi. Rappresenta una transizione, ma può risultare complicato per i lavoratori comprendere come viene calcolata la loro pensione.
Come verificare la propria posizione contributiva oggi
Per avere un quadro chiaro della propria situazione previdenziale, è fondamentale controllare il proprio estratto conto contributivo INPS. Questo documento fornisce un resoconto dettagliato di tutti i versamenti effettuati nel corso della carriera lavorativa. È possibile consultarlo direttamente online sul portale INPS, dove è necessario registrarsi e seguire le indicazioni per accedere al proprio profilo. Questo strumento consente anche di pianificare in modo accurato il proprio futuro pensionistico, avendo un’idea precisa di quali siano le quote retributive e contributive accumulate.
Conoscere le differenze tra il calcolo pensione retributivo e quello contributivo, e come questi influenzano la propria pensione per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, è fondamentale per ogni lavoratore. Avere informazioni aggiornate e precise permette di affrontare con maggiore serenità il tema della pensione futura.












